sabato, marzo 15, 2008

Citescion ver. 0.5

"Osi stare fuori
Osi entrare,
Quanto puoi perdere
Quanto puoi guadagnare,
E se entri
gireresti a sinistra o a destra
o a destra e tre quarti
Forse non così lesta.
Potresti confonderti al punto
da iniziare una volata
a rotta di collo per una strada dirupata
E sfacchinerai per miglia
attraverso una strana area disabitata
dirigendoti temo verso una zona desolata
Quella dell'attesa incondizionata.
Per gente che attende...
Attende che un treno parta
O che un autobus arrivi,
O che un aereo parta
O che la posta arrivi,
O che la pioggia smetta
O che il telefono squilli,
O che la neve cada in fretta
In attesa di una frase detta...
O di un filo di lustrini
O di un paio di pantaloni
O di una parrucca coi ricciolini
O di altre occasioni".

Theodor Geisel

1 commento:

Anonimo ha detto...

di sicuro faccio un bel casino, visto che di solito preferisco comunicare di persona, comunque vediamo cosa viene fuori da questo tentativo di scrivere qualcosa...

“Tutta la vita davanti” è un bel film, soprattutto se ci pensi su la notte!
Ho dato una lettura veloce, da domenica mattina, ad alcuni commenti in rete e ho notato che la maggior parte sottolinea i difetti della realtà contemporanea (sarà perché sono troppi!!!), ma non so quanto questo possa farci bene, nonostante io viva in prima persona l’assurda situazione che si descrive. Ne sono dentro anch’io, non parlo da esterna e le mie frustrazioni sono e continuano ad essere parecchie.
Probabilmente molto è rapportabile ai sogni e alle prospettive che ci siamo creati da bambini: molti di noi sono stati i primi laureati in una famiglia che solitamente vive questo momento con lacrime di gioia, come se fosse l’obiettivo massimo, mentre per noi è uno step, certo grande e da non banalizzare, ma che viviamo per lo più come strumento per passare ad altro e non solo a livello economico, ma più profondamente umano, di realizzazione dei propri sogni e senso per la propria vita.
Ciò che mi è piaciuto è che la protagonista, credo in modo molto dignitoso, si sia reinventata molto bene di fronte alla scoperta che la vita è mutevole e che i sogni cambiano. Consapevolezza che crea smarrimento e incertezza, ma che sa adeguare alla nuova situazione, scoprendo che la filosofia non è solo discorrere con eminenti professori, ma è anche adattare la lettura di Platone per una bambina, purtroppo confusa già in partenza.
È vero, il mondo è surreale ed è quello che realmente la maggior parte della gente vive nel quotidiano, ma al di là delle azioni folli e dei balletti da villaggi vacanze, ho percepito qualcosa che dice di non rinunciare.
Questo a partire dallo splendido ballo immaginario tra Marta e il ricordo di sua mamma, appena morta, ma che è comunque una presenza che le sta affianco e la incita a non mollare, in un abbraccio che mi è sembrato universale. E Sonia, così facilmente giudicabile, ma nella sua fragilità certa di voler stare con sua figlia, a modo suo, con le sue difficoltà e infine la piccola che, in un ambiente totalmente disorientante, riesce a dire con chiarezza cosa vuol fare da grande: FILOSOFIA!
Riflettiamoci, senza discutere troppo sulla punta dell’icerberg, ma andando un po’ più in profondità, dove forse la successione dei nostri confusi pensieri alla fine può trovare un ordine e aiutarci ad avere coraggio!